S.O.S. CNA UMBRIA
Il progetto nasce dall’analisi dello scenario sociale, ambientale ed economico in cui le imprese e i lavoratori si trovano ad operare a livello regionale, nazionale e globale
Analisi delle caratteristiche del tessuto imprenditoriale umbro, costituito per oltre il 95% da imprese con meno di 10 dipendenti
Le nuove politiche regionali e nazionali per lo sviluppo e la crescita saranno sempre più improntate sulla sostenibilità ambientale
Incremento continuo degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali in particolare in Umbria
Modifiche alla normativa in materia di sicurezza, che vede notevolmente aumentate le sanzioni per le violazioni
S.O.S.TENIBILITÀ
La sostenibilità sociale e ambientale concorrono a creare un clima favorevole per lo sviluppo economico e lo svolgimento delle attività d’impresa. Ecco perché le opportunità messe in campo dalle istituzioni andranno in questa direzione.
L’AGENDA ONU 2030
17 priorità per porre fine alla povertà, eliminare le disuguaglianze, affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
L’ACCORDO DI GLASGOW
Forte impulso alla decarbonizzazione e riduzione dell’emissione dei gas inquinanti del 45% entro il 2030.
PNRR
La missione Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica si tradurrà in contributi a fondo perduto per energie rinnovabili, efficienza energetica, superbonus e altro.
FONDI EUROPEI 2021-2027
Una parte consistente delle risorse dei fondi FESR e FSE+ che verranno stanziati dalla Regione Umbria da qui al 2027 sarà destinata all’asse Sostenibilità.
LA TASSONOMIA
Tuti gli investimenti finanziati con risorse pubbliche dovranno rispettare criteri DNSH (Do Not Significant Harm) cioè dimostrare di non arrecare danni all’ambiente.
AGENDA ONU 2030
LA MISSIONE 2 DEL PNRR: LA SOSTENIBILITÀ
Il PNRR a oggi rappresenta il principale strumento per sostenere la ripresa economica in Europa. All’Italia sono stati destinati oltre 220 miliardi di euro, la maggior parte dei quali verrà erogata a enti pubblici ed imprese sotto forma di contributi a fondo perduto.
Il PNRR individua 6 missioni principali. La missione che assorbe le maggiori risorse è la n. 2: «Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica», a cui sono stati destinati oltre 60 miliardi di euro, di cui almeno 39 andranno alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica.
Nella missione 2 ritroviamo, in parte, il finanziamento del Superbonus 110%, finanziamenti diretti a sostenere l’agri-fotovoltaico, il bio-metano, le comunità energetiche, ma anche investimenti per la riduzione dei consumi energetici delle imprese di produzione e il riciclo ed il riuso dei materiali. I bandi usciranno da qui al 2025, mentre il PNRR dovrà essere rendicontato entro il 2026.
FONDI EUROPEI 2021-2027
I fondi europei 2021-2027 vengono gestiti direttamente dalla Regione Umbria. In particolare, per il sostegno allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese si fa riferimento ai fondi FESR e FSE+.
IL FSE+ finanzia principalmente attività di sostegno all’inserimento lavorativo dei disoccupati, la formazione professionale e iniziative di carattere sociale. Il FESR finanzia prevalentemente progetti di sviluppo delle imprese e, per il prossimo settennio, dovrebbe avere una dotazione di circa 523 milioni di Euro, di cui il 30% (150 milioni) destinato all’asse «Sostenibilità».
La programmazione dei fondi europei è in via di definizione ma è certo che una parte consistente di tali risorse, per i vincoli posti dalla UE, verrà destinato a sostenere, con contributi a fondo perduto, investimenti in sostenibilità delle imprese con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ambientale e aumentarne l’efficienza energetica.
LA PREVENZIONE CONVIENE
Sebbene l’economia nazionale sia in crescita, nel 2021 è aumentato il numero di infortuni e malattie professionali denunciati dai lavoratori. Il Governo ha deciso di aumentare i controlli e inasprire le sanzioni.
SICUREZZA
Con la ripresa delle attività economiche, sono aumentati il numero degli infortuni e quello delle malattie professionali denunciate dai lavoratori:
In Umbria nel 2021 si sono registrati:
- +13% di infortuni rispetto al 2020
- +30,6% di denunce di malattie professionali rispetto al 2020 (fonte INAIL).
Per questi motivi il Governo ha deciso di incrementare i controlli e di aumentare notevolmente le sanzioni.
SANZIONI
L’inosservanza degli obblighi espone il Datore di Lavoro a risvolti penali, sanzioni amministrative e sospensione dell’attività di impresa.
Le recenti modifiche alla normativa prevedono:
- il raddoppio delle sanzioni nei casi in cui l’impresa sia già stata destinataria di un provvedimento di sospensione nei cinque anni precedenti
- l’emissione di un provvedimento di sospensione in presenza del 10% di lavoro irregolare (in precedenza era il 20%), anche nel caso in cui l’impresa non sia recidiva.
INCENTIVI
È probabile che nel prossimo futuro tutti gli incentivi a sostegno di nuovi investimenti richiederanno obbligatoriamente alle imprese di dimostrare il rispetto delle normative in materia di ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per esempio ogni qualvolta nel processo produttivo venga inserito un nuovo macchinario l’impresa è tenuta ad aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
L’INASPRIMENTO DELLE SANZIONI
Fattispecie di violazione ai fini dell’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 14 comma 1 del D.Lgs 81/08 (Legge 215 del 17 dicembre 2021 di conversione del DL 146 del 21 ottobre 2021) | IMPORTO SANZIONE D.Lgs81/08 | + | IMPORTO SOMMA AGGIUNTIVA | |
1 | Mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi | Arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro |
+ | Euro 2.500 |
2 | Mancata elaborazione del Piano di Emergenza ed evacuazione | arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro | + | Euro 2.500 |
3 | Mancata formazione ed addestramento | Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro– in base alla tipologia | + | Euro 300/lavoratore |
4 | Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile | Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro | + | Euro 3.000 |
5 | Mancata elaborazione piano operativo di sicurezza (POS) | arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 2.457,02 a 9.828,05 euro (cantieri con rischi particolari, individuati in base all’allegato XI del D.Lgs 81/08) | + | Euro 2.500 |
6 | Mancata fornitura del dispositivo di protezione individuale contro le cadute dall’alto | arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro | + | Euro 300/lavoratore |
7 | Mancanza di protezioni verso il vuoto | arresto fino a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro | + | Euro 3.000 |
8 | Mancata applicazione delle armature di sostegno, fatte salve le prescrizioni desumibili dalla relazione tecnica di consistenza del terreno | arresto sino a due mesi o ammenda da 614,25 a 2.457,02 euro | + | Euro 3.000 |
9 | Lavori in prossimità di linee elettriche in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi | arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.228,50 a 5.896,84 euro | + | Euro 3.000 |
10 | Presenza di conduttori nudi in tensione in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi | arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro | + | Euro 3.000 |
11 | Mancanza di protezione contro i contatti diretti ed indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore differenziale) | sanzione amministrativa pecuniaria da 614,25 a 2.211,31 euro | + | Euro 3.000 |
12 | Omessa vigilanza in ordine alla rimozione o modifica dei dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo | arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.228,50 a 5.896,84 euro | + | Euro 3.000 |
12-bis | Mancata notifica all’organo di vigilanza prima dell’inizio dei lavori che possono comportare il rischio di esposizione all’amianto | arresto fino a tre mesi o ammenda da 982,81 a 2.457,02 euro | + | Euro 3.000 |
Per tutto il periodo di sospensione l’impresa non può contrattare con la pubblica amministrazione e con le stazioni appaltanti. Il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento di sospensione è punito:
- con l’arresto fino a sei mesi se la sospensione è avvenuta per le violazioni in materia di tutela di Salute e Sicurezza sul lavoro
- con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro in caso di sospensione per lavoro irregolare.
Quando nell’impresa si verificano un infortunio o una malattia professionale e se risulta che:
- il datore di lavoro non ha rispettato la normativa in materia
- la malattia o l’infortunio si sono verificati proprio a causa del mancato rispetto della normativa
il datore di lavoro e l’eventuale delegato alla gestione della sicurezza possono andare incontro a risvolti di natura penale configurandosi i reati di omicidio colposo o di lesioni colpose. Questi reati prevedono aumenti della pena quando il fatto si è verificato in seguito alla violazione delle regole in materia di prevenzione degli infortuni.
VINCOLI SUGLI INCENTIVI PUBBLICI
Nel prossimo futuro tutti gli incentivi a sostegno di nuovi investimenti richiederanno obbligatoriamente alle imprese di dimostrare il rispetto delle normative in materia di ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro. Per esempio: ogni qualvolta nel processo produttivo venga inserito un nuovo macchinario l’impresa è tenuta ad aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Inoltre, le nuove normative europee prevedono che tutti gli investimenti realizzati dalle imprese o dalle pubbliche amministrazioni finanziati con risorse pubbliche, a partire dai contributi a fondo perduto, dovranno dimostrare la loro coerenza con il principio: «Do Not Significant Harm (DNSH)», non arrecare danni significativi all’ambiente.
In particolare, gli investimenti di ogni attività economica dovranno garantire la transizione verso l’economia circolare, la prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e la protezione e il ripristino delle biodiversità e della salute degli eco-sistemi. Nei prossimi anni, nelle gare di appalto e nei bandi pubblici rivolti alle imprese, saranno inseriti una serie di criteri ispirati al rispetto del principio DNSH. Criteri che le imprese dovranno rispettare.